I cinque principi del Reiki
Pubblicato da Diego Dusetti in Reiki · 8 Maggio 2020
Tags: energia, energia, spirituale, crescita, personale, tecniche, olistiche, secondo, livello, Reiki, Reiki, 2, Reiki, spiritualità, energia, sanazione, bilancio, energetico, cinque, principi, del, Reiki
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I 5 PRINCIPI DEL REIKI
L’iscrizione sottostante si trova sul memoriale di Mikao Usui a Tokyo.
“Il metodo segreto per invitare la buona sorte; la meravigliosa medicina per tutti i mali.
Solo per oggi:
non mi arrabbierò
non mi preoccuperò
sarò grato per ciò che ho
lavorerò con diligenza
sarò gentile con me stesso e gli altri.
Tutte le mattine e tutte le sere, siediti in posizione Gassho e ripeti queste parole ad alta voce nel tuo cuore.
Per l’evoluzione del corpo e dell’anima, Usui Reiki Ryoho” – Mikao Usui, il fondatore.
Pare che questi principi furono introdotti dalla setta buddista Tendai, nata in Giappone nell’800.
- Non mi arrabbierò: si dice che se si è pazienti in un momento di rabbia, si possono evitare 100 giorni di sofferenza. Quando c’è rabbia significa che alla base c’è sempre del dolore, della frustrazione o paura. Il campanello d’allarme in presenza di questa emozione è che qualcosa deve cambiare. Quando si è arrabbiati è come tenere un pezzo di brace nelle mani sperando di ferire l’altra persona; del resto chi è in grado di provocare rabbia ad altri possiede la facoltà di controllarli. Il punto non è non sentire la rabbia ma trascenderla nel minor tempo possibile. La rabbia non porta a niente ma distrugge tutto.
- Non mi preoccuperò (sarò felice): la preoccupazione spesso ci fa credere che un sassolino sia una montagna; essa non salva dai problemi di domani ma priva la pace di oggi. Se un problema è flessibile non c’è ragione di preoccuparsi e non porterà a nessun risultato. Nessuna quantità di colpa potrà cambiare il passato e nessuna quantità di preoccupazione potrà cambiare il futuro.
- Sarò grato per ciò che ho: esprimere costantemente gratitudine ogni volta per qualsiasi cosa potrebbe risultare frustrante specialmente quando ci si dimentica. Sarebbe meglio che, durante la giornata, si prenda un momento per esprimere e sentire gratitudine per la vita in tutti i suoi aspetti.
- Lavorerò con diligenza: quante persone amano il proprio lavoro? Quante persone vivono la vita dei propri sogni? C’è un detto che dice: fai le cose fatte bene anche quando nessuno ti guarda, perché indovina chi sta guardando? Tu! Quindi anche se ciò che si fa non è ciò che si vorrebbe, è buona norma farlo sempre con onestà e rispetto.
- Sarò gentile con me stesso e gli altri: si può essere veramente gentili con gli altri solo se in primis si è gentili con se stessi, come del resto non si può aiutare gli altri se non si aiuta se stessi. La gentilezza inaspettata è lo strumento più potente, anche se molto sottovalutato, per il cambiamento della razza umana. Amore e gentilezza son dei doni che non sono mai sprecati e sono alla portata di tutti.